WhatsApp chiamata in tribunale per aver condiviso dati degli utenti senza il loro consenso

Le grandi e potenti associazioni per i lavoratori in Germania hanno chiesto provvedimenti nei confronti di WhatsApp e dell'invio di dati personali a Facebook, WhatsApp risponde,vediamo bene cosa è successo.

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L’app di messaggistica istantanea più famosa al mondo, WhatsApp, è stata denunciata in Germania sulla base di alcune accuse legate alla raccolta di dati degli utenti e la loro condivisione con Facebook. Ricordiamo infatti che a partire dalla scorsa estate WhatsApp collega i numeri telefonici degli utenti del servizio ai sistemi del social network per ottenere “statistiche di base“o almeno così è riportato.

A quanto pare WhatsApp invierebbe i numeri telefonici dei contatti degli utenti a Facebook anche se gli stessi utenti sono presenti in rubrica ma non utilizzano WhatsApp. Inoltre gli utenti del servizio di messaggistica che hanno scelto di disattivare l’uso dei loro dati per fini pubblicitari o per ricevere suggerimenti su nuovi contatti da aggiungere non hanno nessun potere per fermare questa operazione che WhatsApp compie sempre e comunque.

Sono 2 le questioni per cui adesso i legali delle società coinvolte dovranno rispondere ai tribunali tedeschi. Lo scorso settembre alcuni organi governativi europei hanno ordinato a Facebook di fermare la raccolta dei dati degli utenti e il loro salvataggio. Qualche mese più tardi, a dicembre, è stata la Commissione Europea a scendere in campo accusando il social network di fornire ai propri utenti informazioni “incorrette o fuorvianti”.

Oggi a remare contro il servizio di messaggistica sono invece le organizzazioni tedesche a tutela dei consumatori, che chiedono un provvedimento per fermare la condivisione dei dati fra le due società e costringere Facebook a cancellare le informazioni finora raccolte, accusando addirittura le aziende di abusare della fiducia degli utenti. WhatsApp cerca di smorzare le accuse e ha già dichiarato che la sua condotta è in linea con le leggi e le linee guida di regolamentazione europee, vi terremo aggiornati su questa notizia per vedere quali delle due parti avrà “ragione”.