Rispetto ai massimi storici del mese di dicembre del 2017, il Bitcoin ha perso ben due terzi del valore di mercato. Da 19 mila circa contro il dollaro, infatti, in queste ore la criptovaluta più capitalizzata è scesa fino a rompere al ribasso area 6 mila contro il biglietto verde a conferma di come il settore delle Criptovalute24 presenti rischi che non vanno per nulla sottovalutati.
Perché tutti remano contro il Bitcoin?
Il crollo dei prezzi del Bitcoin e delle altre criptovalute sembra essere per il momento inserito all’interno di una sorta di tempesta perfetta. E questo perché sono in tanti che hanno remato e che stanno remando contro le monete virtuali a partire da alcuni Paesi asiatici come la Cina e la Corea del Sud. e passando per investitori ed economisti autorevoli come Warren Buffett e Paul Krugman.
Negli ultimi giorni pure Mario Draghi ha bollato le criptomonete come ‘asset molto rischiosi’, così come il Governo italiano, ed in particolare il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha posto sotto consultazione uno schema di decreto finalizzato a regolamentare l’operatività degli exchange, ovverosia delle piattaforme di scambio, anche ai fini del contrasto ad attività illecite e riciclaggio di denaro sfruttando proprio i vantaggi che sono offerti dalle monete virtuali in termini di anonimato.
Le società contro le criptovalute, da Facebook alle grandi banche
Nei giorni scorsi pure il colosso americano Facebook ha dato una bella spallata alle velleità rialziste delle criptomonete annunciando la sostanziale messa al bando, sul proprio social network, di inserzioni pubblicitarie che sono legate proprio al Bitcoin ed alle altre monete decentralizzate in quanto spesso queste sono state fuorvianti ed ingannevoli. In più, alla crociata contro il Bitcoin si sono aggiunte pure alcune banche che vogliono mettere a loro volta al bando l’acquisto di criptovalute utilizzando le carte di credito.
A questo punto in molti si chiedono se acquistare Bitcoin a meno della metà, rispetto ai massimi storici, possa rappresentare un’operazione vincente con un’ottica di medio e di lungo periodo. Ebbene, nulla si può dire al riguardo anche perché da un lato ci sono economisti di spicco che affermano che il Bitcoin in realtà non abbia alcun valore reale se non quello di avvantaggiarsi dell’anonimato per effettuare transazioni finanziarie. Ma dall’altro ci sono anche coloro che vedono il Bitcoin su valori ben più alti rispetto ai livelli attuali nell’arco dei prossimi due anni. Chi avrà ragione?
In realtà i pessimisti e gli ottimisti sulle criptomonete hanno le loro buone ragioni, ma al momento quel che è certo è che, tra i tanti divieti ed i tentativi di regolamentazione, il settore delle monete virtuali sta attraversando una fase convulsa e palesemente instabile che potrebbe portare a regime ad una selezione naturale. Considerando infatti che attualmente si contano complessivamente circa 1.500 criptovalute, è lecito scommettere sul fatto che non tutte riusciranno a sopravvivere. Attualmente la capitalizzazione di mercato, per le criptovalute, si attesta attorno ai 324 miliardi di dollari, dei quali $116 miliardi corrispondono alla capitalizzazione del solo Bitcoin.