Dave James del sito PCGamesN ha portato all’attenzione del web un interessante documento da cui emergono le “paure” di AMD su quelle che potrebbero essere le manovre della concorrenza (Intel) per ostacolarne il ritorno competitivo sulla scena dei microprocessori.
In base a quanto emerso negli ultimi giorni, infatti, le nuove CPU Ryzen (almeno le tre soluzioni top di gamma Ryzen 7) sembrano essere competitive rispetto all’offerta Intel, e per giunta potrebbero avere listini molto interessanti.
Il mondo dei processori desktop potrebbe quindi tornare a vedere una concorrenza che da tanti, troppi anni, è oramai soltanto un ricordo. Come ai tempi degli Athlon 64, quando prima di scegliere AMD o Intel ci si pensava non una ma 10 volte, e tante volte si finiva per comprare AMD.
Alcune indagini (Stati Uniti e Unione Europea) hanno confermato che Intel in quel periodo mise i bastoni tra le ruote alle proposte rivali, sfruttando la sua posizione dominante per strappare accordi di esclusiva con alcuni partner e impedire la vendita di processori AMD in moltissimi sistemi e nella grande distribuzione.
Nel Form 10-K di AMD relativo al 2016 un documento che le aziende devono inviare alla SEC per illustrare le performance finanziarie dell’anno – si legge che “il dominio di Intel sul mercato dei microprocessori e le sue pratiche commerciali aggressive possono limitare la capacità di AMD di competere efficacemente”.
E fin qui, probabilmente niente di male, è la concorrenza: Intel, volenti o nolenti, domina il mercato da anni e può ovviamente mettere in campo strategie aggressive (ma non per questo illegali) per mantenere il suo vantaggio. AMD però, in diversi passaggi, sembra temere una “reazione scomposta” da parte della rivale.
AMD teme in particolare forti sconti/rimborsi (in gergo detti “rebate”) e un’allocazione delle CPU che costringa le aziende a preferire le soluzioni Intel a quelle AMD, onde evitare di perdere il cliente che (al momento) domina il settore. L’azienda parla anche di “pagamenti esclusivi ai suoi attuali e potenziali clienti e partner del canale che richiedano o portino ad accordi esclusivi sui prodotti”.
Nel documento AMD parla anche della piattaforma nel suo complesso. “Gli OEM che acquistano processori per i computer sono altamente dipendenti da Intel, cosa che li può rendere meno innovativi e, più in generale, distributori della tecnologia Intel. Intel è inoltre in grado di spingere standard e specifiche per i microprocessori x86, e questo potrebbe portare noi e altre aziende ad avere un accesso ritardato a quel tipo di standard”.
Inoltre, AMD afferma che “Intel potrebbe anche adire azioni che mettano le nostre GPU dedicate in svantaggio competitivo, incluso dare a uno o più competitor nel mercato grafico, come Nvidia Corporation, accesso preferenziale alla sua interfaccia grafica proprietaria o altre informazioni utili”. Dave James insomma fa notare due cose: la prima è che AMD parla costantemente di “pratiche commerciali aggressive”, lasciando trasparire che le vicende di un decennio fa rappresentano ancora un brutto colpo per la casa di Sunnyvale.