Difficile, oggi, fare dei raffronti con la nostra Penisola che è composta da circa 60 milioni di individui ed altre realtà europee, magari più contenute: le indagini di mercato si sprecano relativamente al mondo del gioco ed a quello dei casino online e non si riesce ben a comprendere “la gente comune da che parte si schiera”. Quello che emerge, però, è una “cattiva predisposizione” nei confronti del gioco ed anche il dubbio che “dietro” questo settore ci sia, inevitabilmente, qualcosa di negativo e “criminale” se non addirittura “demoniaco” come è stato detto in alcune regioni del Nord Italia.
Eppure i più sanno che quando viene rilasciata dallo Stato una concessione ad un operatore vengono imposti target di serietà, moralità, sicurezza economica: in caso contrario, la concessione non viene rilasciata. Si parte da questo per far sì che lo Stato proponga al pubblico un operatore certamente serio e solido che lo rappresenti e proponga una attività legale tutelata da tutti quegli organi di settore che impongono che gli appartenenti al mondo del gioco siano più che seri. Ma questo sembra non bastare comunque, neppure che un operatore sia, quindi, un rappresentante dello Stato ed agisca “per suo nome e conto”.
Non vi è dubbio, quindi, che serva assolutamente un nuovo approccio culturale al gioco, ma sopratutto un nuovo approccio anche dello Stato e delle istituzioni nei confronti dello stesso gioco e, più generalmente, delle politiche economiche e sociali. Rimane il fatto che alla base ci dovrebbe essere la capacità di fare anche scelte coraggiose e di pensare al futuro, magari anche ascoltando per una volta proprio i cittadini per far capire e comprendere cosa significa e cosa comporta il mondo del gioco d’azzardo pubblico.
In fondo, il gioco è un settore di servizi come tanti altri e, di conseguenza, non si capisce perché solo ed unicamente nel gioco si debbano nascondere i criminali più incalliti, mentre in altri settori dell’economia nazionale tutto deve essere limpido e trasparente. In effetti, per il settore ludico è proprio questo il problema annoso: ancora oggi, e purtroppo anche in politica, si continua ad ignorare che il sistema gioco esiste già da quindici anni e che ha portato nelle casse dello Stato svariati miliardi.
Certamente, un sistema che ha necessità assoluta di essere razionalizzato nella sua offerta di prodotti, compresi anche i casino online con bonus, ed anche di una “revisione generale”, ma che presenta dei punti di forza notevoli che lo rendono un riferimento nella regolamentazione del gioco a livello internazionale e questo gli è stato ampiamente riconosciuto da più parti. Eppure molti, anzi forse in troppi, ignorano questa realtà continuando a vedere il gioco pubblico una “tana di malfattori”.
Basterebbe ricordare l’episodio relativo ad una campagna promossa qualche anno fa dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per la cultura del gioco responsabile nelle scuole che era un progetto veramente interessante, ambizioso ma sopratutto doveroso visto che il gioco “resta una riserva di Stato”. Campagna bloccata con richieste a gran voce, poiché appariva alquanto anomalo che il regolatore del mercato, in quanto anche “padre del gioco” potesse parlare di questo argomento nelle scuole, poiché questa iniziativa “poteva sapere di indottrinamento” nei confronti dei giovani. Ma la fiducia nello Stato dove sta in Italia?