Vi immaginate uno smartphone con display auto-rigenerante? sembra quasi fantascienza, eppure è il risultato di una ricerca condotta dall’Università della California, precisamente nella Facoltà di Chimica del campus di Riverside. È stato realizzato un particolare materiale che, potenzialmente, potrebbe riscrivere gli equilibri dell’intero mercato delle riparazioni.
Il materiale in questione è costituito da un polimero estensibile combinato con un composto ionico. È dotato di un particolare legame chimico chiamato interazione ione-dipolo, che descrive le interazioni che vengono a crearsi tra uno ione ed una molecola polare. In termini pratici, quando il materiale si rompe o si graffia, i due elementi si attraggono a vicenda per autoripararlo.
Chao Wang, uno dei docenti a capo del team di ricerca, ha spiegato come, in uno degli esperimenti eseguiti, il materiale sia stato letteralmente diviso a metà, per poi ricomporsi autonomamente in meno di 24 ore, potendo allungare la propria dimensione originale fino a 50 volte.
Quello che però rende questo materiale adatto ad essere applicato ai display degli smartphone è la sua capacità di poter condurre elettricità. Il team esporrà la propria ricerca con i relativi risultati domani, 4 aprile, presso l’ACS (American Chemical Society), la più grande organizzazione scientifica mondiale attiva nello studio della chimica. Il responso di questo meeting sarà fondamentale per l’effettiva applicazione nel campo pratico di questo materiale, che Chao Wang prevede di poter integrare negli smartphone entro il 2020.
Se questo materiale sarà davvero in grado di mantenere le aspettative, sarebbe davvero una rivoluzione assurda nel campo degli smartphone.