Si parla molto di come Android sia un sistema operativo rilasciato da Google gratuitamente, da una parte questa affermazione è vera, chiunque infatti può scaricare il sistema operativo e modificarne in codice a piacimento, ma se andiamo a fondo le cose non stanno esattamente così.Secondo il giornale The Guardian, l’affermazione che Android sia Open – Source e che sia Gratis è falsa. Infatti anche se il sistema operativo in se è gratuito, tutte le applicazioni preinstallate che troviamo sui nostri smartphone sono a pagamento. Più precisamente, la casa costruttrice, sia essa Samsung, LG, Motorola, HTC ecc. paga Google per inserire le proprie applicazioni all’interno di Android, pagando una sorta di tassa per la licenza chiamata GMS, “Google Mobile Services”.
Quindi sorge spontanea la domanda: e se una casa costruttrice decidesse di installare Android senza andare ad installare nessuna applicazioni di terze parti? Questo non si può fare per due motivi: il primo è dato dal fatto che non sarebbe un il sistema operativo utilizzabile e apprezzato dagli utenti;
seconda ragione, e anche la più importante, non è legale per le case costruttrici installare Android e non inserirci nessuna applicazione.
Certo Google chiude un occhio su produttori di minimo valore, come i Smartphone Cinesi, dove permette che scaricano Android e non paghino nulla, ma per le grandi case costruttrici questo non accade, proprio perchè è illegale una cosa simile, qui capite anche perchè i Smartphone marchiati con Android costano qualcosina in più rispetto ai smartphone Cinesi.
Certo che ciò non toglie il prezzo che richiede Google è basso, rispetto a quello che richiede Microsoft con Windows Phone, ben 15€ ad ogni unità venduta.
The Guardian afferma:
“L’idea che Android sia open-source è solo parzialmente vera: il codice sorgente è disponibile online, attraverso i server di Google, e chiunque può scaricarlo ed effettuare delle modifiche. Amazon, ad esempio, ha creato la sua versione proprietaria per la famiglia di tablet Kindle. Tuttavia, diversamente dalle politiche utilizzate da progetti “veramente open-source” come Linux, MySQL, PHP o Python, solo il personale interno di Google può effettuare delle modifiche che rifletteranno l’evoluzione futura del sistema operativo”.